sabato 6 giugno 2020

Podgorica - La capitale del Montenegro

La capitale del Montenegro, Podgorica, è una vivace città che negli ultimi anni è stata riscoperta da molti turisti. Precedentemente nota come Titograd, la città di Podgorica, sorta nella fertile valle a nord del Lago Scutari, vanta una storia antichissima. Sull'altopiano tra i fiumi Moroca, Zeta e Siralija, a pochi chilometri dalla capitale, sorse nel I secolo Doclea, un insediamento romano in Montenegro che divenne poi il centro del principato medievale serbo.

Il nome Podgorica risale al XIV secolo, ma la città è più antica, nacque infatti nel XI secolo e fu chiamata prima Birziminium e poi Ribnica. Quando, nel 1946, fu proclamata capitale della Repubblica socialista del Montenegro, fu denominata Titograd in onore di Tito. Solo nel 1992 riprese il nome di Podgorica e nel 2006 divenne la capitale del nuovo stato indipendente del Montenegro. 

Il principale edificio religioso della città è Saborni Hram Hristovog Vaskrsenja, la Cattedrale della Resurrezione. La cattedrale della Resurrezione è una recente cattedrale di rito serbo-ortodosso la cui costruzione ha richiesto circa vent'anni, è stata inaugurata nel 2013. E' una chiesa ortodossa monumentale che svetta nella piazza grazie alle sue torri alte più di 25 metri. Questo luogo di culto è uno dei simboli della capitale del Montenegro ed è uno dei siti più fotografati dai turisti per la sua elegante bellezza architettonica valorizzata dagli affreschi e dalla presenza dell'oro. 

Cattedrale della Resurrezione, Podgorica

Poco distante, oltre il fiume Moraca, si trova Muzei grada Podgorice, il museo cittadino che permette di scoprire la storia archeologica ed etnografica della capitale del Montenegro. Per superare il corso d'acqua sono stati costruiti diversi fiumi, tra questi uno è il Ponte del Millennio, il simbolo della crescita della città negli ultimi decenni. Il Ponte è un luogo suggestivo e affascinante sopratutto di notte quando le luci lo rendono ben visibile anche da lontano.  

Millenium Bridge, Podgorica (da Wikipedia)

Podgorica (da Wikipedia)

A nord ovest del Millenium Bridge si trova la Chiesa di San Giorgio, uno dei più antichi luoghi di culto del Montenegro. Secondo alcune fonti risale addirritura al IX secolo, le molte ricostruzioni e ristrutturazioni hanno però alterato l'aspetto originario. Al'interno sono conservati affreschi opera di un artista sconosciuto. La piccola chiesa si trova sul fianco della collina di Gorica e ancora oggi è circondata da un bosco. Sulla collina si trova l'Avanturisticki park, un luogo dove è possibile praticare sport all'aria aperta. 

Proseguendo, si trova la città vecchia di Podgorica, l'odierna capitale del Montenegro fu pesantemente bombardata durante la secondo guerra mondiale e molti edifici storici non furono ricostruiti. Tuttavia alcune costruzioni possono ancora essere ammirate e tra queste vi è la Torre dell'Orologio risalente al XVIII secolo.  La torre è uno dei simboli più antichi della città, con i suoi 116 metri di altezza domina l'area di Stara Varos.

Risalendo verso Bulevar Svetog Petra Cetinskog si incontrano il monumento al re Nicola, numerosi edifici governativi e la Galleria Centar. 

Podgorica è oggi una città moderna, il centro urbano è in continuo sviluppo.

Bulevar Svetog Petra Cetinskog, Podgorica










Fonte: Siviaggia.it

Alcune foto dall'archivio personale

giovedì 5 ottobre 2017

BULGARIA - Sofia

Sofia è la capitale della Bulgaria dal 1879, dopo la liberazione russa dal dominio Ottomano nel 1878. Ma la città ha origini antiche, si dice che la terza capitale europea più antica (dopo Roma e Parigi) e sopratutto ha cambiato più volte nome nel corso dei secoli. 

Quando si visita Sofia, non si può non fare una passeggiata per Viale Vitosha (Vitoshka). Questo lungo viale inizia nel centro storico e porta fino a uno dei parchi più belli della città - Parco del Sud (Yuzhen Park). Ampia via pedonale, piena di negozi dove fare  shopping, bar e ristoranti e il palazzo Nazionale della Cultura. 

Statua Sveta Sofia






Viale Vitosha

Viale Vitosha














 

martedì 9 agosto 2016

ITALIA - AQUILEIA - CITTA' ANTICA ROMANA


Aquileia fu fondata dai Romani nel 181A.C. e divenne il secondo più importante città dell’impero, grazie alla sua posizione strategica tra l'Oriente e Occidente, il suo sito archeologico di eccezionale importanza è stata scritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’ UNESCO dei siti culturali.




***  Aquileia resistette alle ripetute incursioni di Alarico (401 e 408) ma non ad Attila che in seguito all'incidentale crollo di un muro della fortificazione riuscì a penetrare nella città devastandola (452) e, si dice che, spargendo il sale sulle rovine, la prese costringendo i legionari che aveva fatto prigionieri a costruire macchine da assedio in uso presso i romani e massacrò o fece schiava gran parte della popolazione. Alla figura di Attila sono legate due leggende: una inerente al crollo delle mura di Aquileia ed un sogno premonitore grazie al quale Attila conquistò la città; l'altra sul Tesoro di Aquileia , sepolto per evitare che fosse depredato. Sopravvissero l'autorità della sua chiesa e il mito di una città che era stata potente, benché ormai il suo dominio diretto si limitasse ad un territorio di ridotta estensione che aveva i suoi punti di forza nell'area urbana con lo scalo marittimo e nel borgo di Grado. Quest'ultimo si sviluppò ed acquistò un'importanza sempre maggiore a seguito dell'invasione Longobarda del 568. Da quel momento la regione di Aquileia venne suddivisa fra romano-bizantini (che ne occuparono la zona litoranea) ed i Longobardi (la parte interna).
Nell VIII secolo la sede del patriarcato viene trasferita nella più sicura Cividale.

Verso l'anno Mille, si assiste alla rinascita della città, che tornò ad avere grande prestigio con il Patriarca Poppone (1019-1042), che riportò la sede ad Aquileia. 
Nel XV secolo la città fu occupata dai veneziani. Nel 1509 fu conquistata dal Sacro Romano Impero durante la guerra della Lega di Cambrai, ritornando sotto la Repubblica di Venezia al termine della guerra, la città seguì successivamente le sorti della Repubblica di Venezia, venendo annessa dagli Asburgo.
Nel 1918, dopo la sconfitta dell'Impero Asburgico nella prima guerra mongiale, fu annessa all'Italia, separata da quella che era la Contea di Gorizia e unita al resto del Friuli.








Si narra in una leggenda...
Nella memoria collettiva l'invasione degli Unni e la conquista di Aquileia da parte di Attila hanno lasciato una profonda impressione. Ancora oggi, nei modi di dire comuni del territorio, viene dato l'appellativo di "Attila" a chi si dimostra particolarmente aggressivo o distruttivo. Sono numerose le leggende nate su questo personaggio in relazione alla città, tre sono le più ricorrenti.
"L'assedio". Aquileia stava opponendo una dura resistenza agli invasori. Attila stava quasi per ordinare ai suoi la ritirata, quando vide allontanarsi in volo delle cicogne con i loro piccoli. Compreso che ormai la città non aveva più le provviste necessarie per sfamare la popolazione, mantenne l'assedio ancora per qualche giorno e riuscì a conquistarla.
"Il colle". Una volta incendiata la città Attila, ormai lontano, diede ordine ai guerrieri di portare della terra nei loro elmi e di riversarla in un punto prestabilito. I soldati erano molto numerosi ed in breve tempo riuscirono a formare una collinetta con la terra riportata, sulla quale Attila poté osservare i fumi elevarsi dalla città incendiata. Si dice che il colle sia quello di Udine, su cui sorge il castello, ma anche altre località della regione "pretendono" di avere la stessa origine.
"Il pozzo d'oro". Alcuni abitanti di Aquileia erano riusciti a fuggire prima dell'incendio, trovando rifugio nell'isola di Grado. Prima della fuga però avevano fatto scavare ai loro schiavi un pozzo in cui avevano nascosto tutti i tesori e gli oggetti d'oro. Per mantenere il segreto gli schiavi furono annegati, e il pozzo d'oro mai ritrovato. Questo mito era ritenuto talmente verosimile che, fino alla prima guerra mondiale, i contratti di compravendita dei terreni includevano la clausola "Ti vendo il campo, ma non il pozzo d'oro", assicurando l'eventuale ritrovamento al precedente proprietario.***
(Fonte: *** dalla Wikipedia)